L’umanità avanza grazie alle tante persone, donne e uomini, che si donano gratuitamente, anche in questo tempo di sconvolgimenti e di incertezze.

In questi mesi alcuni giovani hanno condiviso con noi le loro preoccupazioni per il futuro: quale speranza ci guiderà, quali supporti saranno affidabili quando tutto è così instabile? E ancora più profondamente: per quale scopo vale la pena vivere? Altre voci si alzano per dire: resistiamo al disincanto; prestiamo attenzione ai segni di speranza. (1)

Essere attenti ai segni di speranza

Nell’attuale situazione segnata dalla pandemia, assistiamo ad un aumento della precarietà in vaste zone del mondo. Occorrono decisioni politiche coraggiose, ma altrettanto essenziali sono la solidarietà e l’amicizia sociale che tutti possiamo vivere. Molti sono pronti a servire gli altri. La loro generosità ci ricorda che l’aiuto reciproco apre una strada per il futuro.

E quanti giovani stanno investendo le proprie energie nella salvaguardia della nostra casa comune, che è il pianeta! Vediamo emergere molteplici iniziative che, senza fornire tutte le risposte all’emergenza climatica, stanno già permettendo l’avanzare verso stili di vita più rispettosi dell’ambiente.(2) Per i credenti, la terra è un dono che Dio ci affida affinché ce ne prendiamo cura.

Le persone sono diventate più consapevoli delle strutture di ingiustizia, a volte ereditate dal passato. E sfortunatamente, il potere non è sempre stato esercitato per servire il bene di tutti. Di fronte a tali abusi, la frustrazione e la rabbia sono comprensibili. Chi avrà l’audacia di essere artigiano di giustizia e di pace, al di là delle divisioni nelle nostre società?

(2) Nella lotta al cambiamento climatico e per la riduzione delle emissioni di carbonio, saremo in grado di mettere in discussione le nostre consuetudini per cambiare ciò che può essere cambiato? Le comunità cristiane partecipano a questo sforzo: esistono iniziative ecumeniche, come la rete delle “Chiese verdi”, in diversi paesi del mondo.

Già nel 1989 le Chiese d’Europa riunite a Basilea invocavano “l’adozione di uno stile di vita il meno dannoso possibile per l’ambiente: ciò significa, tra l’altro, la riduzione dei consumi energetici, l’uso dei mezzi pubblici. e la limitazione dei rifiuti.”

A Taizé, stiamo continuando i nostri sforzi verso la transizione ecologica – per aiutarci, ogni proposta sarà benvenuta (www.taize.fr/eco).]).

Vivere la fraternità

Sì, in mezzo alle difficili realtà dei giorni nostri, è possibile scorgere ragioni di speranza, e talvolta anche di speranza contro ogni speranza. Per questo, mettiamoci insieme a coloro che hanno opzioni di vita diverse, con cristiani di altre confessioni, con credenti di altre religioni, con agnostici o atei che, anche loro, si impegnano per la fraternità e la condivisione.

La gioia si rinnova quando viviamo la fraternità, quando siamo vicini ai più bisognosi: persone senza casa, anziani, malati o soli, bambini in difficoltà, persone con disabilità, migranti … Le circostanze della vita possono renderci tutti vulnerabili. E la pandemia rivela le debolezze della nostra umanità.

Più che mai, abbiamo bisogno l’uno dell’altro. Papa Francesco ce lo ricorda con forza nella sua enciclica Fratelli tutti: “Nessuno si salva da solo”. E aggiunge che non si può trovare pienamente la propria identità senza aprirsi “all’universale, senza lasciarsi interpellare da ciò che succede altrove, senza lasciarsi arricchire da altre culture e senza solidarizzare con i drammi degli altri popoli. “(§32 e §146).

Nelle relazioni tra le persone e tra i popoli, facciamo tutto il possibile per passare dalla competizione alla cooperazione. Sosteniamo organizzazioni o associazioni che promuovono la cooperazione e la solidarietà, a livello locale, nazionale e internazionale.


Credere – fidarsi di una presenza

A Taizé, vediamo che i giovani, per mantenere la giusta rotta, si interrogano in modi nuovi sulla fede in Dio. Cosa significa credere in lui? E, se Dio esiste, agisce nella storia, nella nostra vita?

Di fronte a questa domanda, evitiamo di rappresentare Dio riducendolo ai nostri concetti. Egli è infinitamente al di là di qualsiasi cosa possiamo immaginare. Siamo ricercatori assetati di amore e verità. Ovunque ci troviamo nel nostro pellegrinaggio interiore, spesso avanziamo a tentoni. Ma, diventando “pellegrini di fiducia”, è possibile per noi camminare insieme, condividere la nostra ricerca: le nostre domande così come le nostre convinzioni.

“La fede è una semplicissima fiducia in Dio, uno slancio di fiducia ripetuto mille volte nella nostra vita… anche se in ciascuna persona possono esserci dei dubbi”, diceva frère Roger.

Credere, non è innanzitutto fidarsi di una presenza che è nel profondo del nostro essere come anche nell’intero universo, una presenza sfuggente eppure molto reale? Presenza che non si impone, ma che in ogni momento possiamo accogliere nuovamente, in silenzio, come un soffio. Una presenza benevola che è sempre lì, nonostante i dubbi e anche se abbiamo l’impressione di capire ben poco di chi sia Dio.


Discernere un nuovo orizzonte

Una presenza benevola: quale luce getta il Vangelo su questo mistero?

Gesù ha vissuto con questa presenza benevola fino alla fine, costantemente attento ad essa. Era per lui luce interiore, soffio di Dio, ispirazione dello Spirito Santo …

Dal profondo della sofferenza e della solitudine assoluta, quando muore in croce, quando tutto sembra assurdo, grida il suo sentimento di abbandono, ma si rivolge ancora a Dio: “Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato “. Tradito, torturato, condannato a morte, Gesù porta nell’oscurità più profonda l’amore. E questo amore è più forte del male. Maria Maddalena poi gli apostoli comunicano questa inaspettata, incredibile notizia: lui è vivo, l’amore di Dio ha vinto l’odio e la morte.

Colpiti da questa notizia, i primi cristiani sono sconvolti e ne danno testimonianza: Cristo ora vive con Dio. Riempie l’universo tramite lo Spirito Santo ed è presente anche in ogni essere umano. È solidale con i poveri e renderà loro giustizia, è il compimento della storia e del creato, e ci accoglierà dopo la morte nella pienezza della gioia.

Al di là della violenza umana, al di là dei disastri ambientali e delle malattie, si apre un nuovo orizzonte. Saremo in grado di discernerlo?


Cambiare il nostro modo di vedere

Da questo orizzonte svelato dalla risurrezione di Cristo, una luce entra nella nostra esistenza. Ancora e per sempre, dissipa l’ombra della paura, fa sgorgare una sorgente, e scoppia la gioia della lode.

Allora possiamo percepire che, segretamente, come per un’attrazione misteriosa, Cristo continua fino alla fine dei tempi a riunire nell’amore di Dio tutta l’umanità e l’intero universo. E ci associa alla sua missione.

È insieme, nella Chiesa, che ci associa. Ciò implica che siamo pronti ad espandere la nostra amicizia a tutti. Cristo ci chiede di amare anche i nostri nemici; la sua pace riconcilia anche nazioni opposte.(3)

[((3) In questi tempi difficili di pandemia, la Chiesa può continuare a promuovere la fraternità nella famiglia umana. Tre suggerimenti tra molti altri:

- Per rendere le nostre società più umane, abbiamo bisogno di un ascolto reciproco che vada contro gli antagonismi e ci insegni a camminare insieme alle nostre differenze. La Chiesa è chiamata a cercare il dialogo, a venire incontro a tutti. Coloro che vivono senza riferimento a una comunità cristiana sarebbero pronti a entrare in dialogo con la Chiesa?
- Di fronte all’arrivo di tanti migranti e rifugiati, accogliere una persona o una famiglia esiliata può dare impulso alle nostre parrocchie o comunità. Spesso le persone che non frequentano la Chiesa sono pronte a partecipare a tale accoglienza. Questa è l’esperienza che abbiamo fatto a Taizé negli ultimi anni, accogliendo migranti da diversi paesi, insieme agli abitanti della nostra regione.

- Essere un luogo accogliente significa ascoltare le persone più vulnerabili. In molti luoghi, le chiese devono fare progressi per proteggere l’integrità di tutti. A volte al loro interno si sono sviluppate strutture di potere che hanno generato sofferenza fisica, psicologica e spirituale. Anche a Taizé stiamo continuando il nostro lavoro di verità su questo argomento (www.taize.fr/protection).

Lasciamo che Cristo rinnovi il nostro sguardo: attraverso di lui riconosciamo più chiaramente la dignità di ogni essere umano e la bellezza del creato; la speranza, lungi dall’essere ingenua fiducia, nasce e rinasce perché fondata su Cristo; una serena gioia ci riempie e con essa il coraggio di assumerci le responsabilità che Dio ci affida sulla terra.


Con tutti coloro che vorranno lasciarsi interrogare da questo messaggio, sono in comunione attraverso la preghiera.

Frère Alois

Gesù Cristo, ti lodiamo per la tua bontà e per la tua semplicità.
Attraverso la tua umiltà hai fato risplendere la luce di Dio per tutta la tua vita. Questa luce risplende oggi nei nostri cuori. Può curare le nostre ferite e persino trasformare le nostre debolezze e incertezze in sorgenti di vita , in energia creativa, in un dono di fiducia. Illuminandoci con questa luce di Dio, ci rendi capaci di sperare nel tempo favorevole e sfavorevole.