Martedì 29 dicembre 2020

Un anno fa, siamo stati calorosamente accolti a Breslavia, in Polonia, e ci eravamo dati appuntamento per il 43° incontro europeo a Torino, in Italia. Ma ecco che a causa della pandemia di Covid-19 è apparso subito evidente che dovevamo posticipare questo incontro di un anno.

Tuttavia, i mezzi di comunicazione ci permettono di vivere, in questi giorni, un incontro online. Dei gruppi si incontrano in più di 150 luoghi in tutto il mondo, grazie a iniziative piccole e grandi, come in Bolivia, Cambogia, Ciad, Lituania e altri paesi.

Siamo quindi in comunione con persone di tutto il mondo, che ci ascoltano e ci vedono in questo momento – vi saluto tutti molto calorosamente.

In occasione di questo incontro online, prima di Natale ho pubblicato un testo che senza dubbio potrete leggere in questi giorni. Si intitola “Sperare nel tempo favorevole e sfavorevole – Un messaggio per il 2021”.

All’inizio del testo evoco le grandi incertezze di tante persone, soprattutto nella vostra giovane generazione, di fronte a un futuro che sembra così instabile e a volte molto cupo.

Questa pandemia rivela le profonde fragilità della nostra umanità. Molti sono stati toccati dalla malattia, dalla prova della morte di una persona cara, anche dalla solitudine. E, per molti, forse anche per alcuni di voi, le misure di contenimento sono state difficili.

Allo stesso tempo, sperimentiamo anche che ci sono tanti gesti di solidarietà e generosità. Forse potremmo prestarvi più attenzione: anche nelle prove attraversate, a volte è possibile discernere ragioni per sperare, come una forza donataci nel cuore della fragilità.

Sono tanti i testimoni di solidarietà. Ci aiutano a credere che Dio non ci sta abbandonando in questa prova attuale. Desidero con tutto il cuore che il nostro incontro rafforzi questa fiducia in noi. In Gesù, il Verbo di Dio si è fatto carne, ha condiviso la nostra vita. Dio conosce le nostre sofferenza.

La speranza secondo il Vangelo, lungi dall’essere una fiducia ingenua, è un invito a cambiare il nostro sguardo, a far rinascere questa fiducia che ci viene da Cristo: ha condiviso la nostra condizione umana fino all’estrema sofferenza di croce, aprendo così un cammino di vita.

Con la sua risurrezione, Cristo ci apre un nuovo orizzonte, al di là delle catastrofi sanitarie e ambientali che pesano così duramente sulla nostra umanità. Riusciremo a discernere questo nuovo orizzonte?

In questi giorni preghiamo gli uni per gli altri. Alle soglie del nuovo anno, accordiamo un posto speciale nella nostra preghiera a quelle e quelli che soffrono di Covid e altre malattie, a chi vive nella precarietà o l’isolamento, ai bambini che soffrono, a tutti coloro che sono vittime della violenza o della guerra, agli esiliati e rifugiati.

Con la sua enciclica Fratelli tutti, Papa Francesco ci incoraggia enormemente. E se potessi esprimere un augurio per questo incontro che stiamo vivendo in questi giorni, sarebbe questo: che questa esperienza di comunione e condivisione, in mezzo alle pesanti sfide del momento, ci renda consapevoli che siamo una sola famiglia umana, che abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Due bambini

  • Ringraziamo quanti hanno reso possibile questo incontro, in particolare i relatori nei laboratori del pomeriggio.
  • Grazie ai giovani volontari che hanno preparato l’incontro.
  • Salutiamo calorosamente i responsabili delle Chiese e il Presidente della Commissione Europea che hanno inviato messaggi di saluto e amicizia.
  • Buonasera a tutti coloro che ci seguono in Africa, Americhe, Asia, Oceania ed Europa.